Il festival Obon (お盆), o semplicemente Bon, è una delle tradizioni giapponesi e si osserva per onorare i defunti. L’Obon inizia proprio oggi 13 agosto e proseguirà per tutto il weekend.
Cos’è l’Obon?
L’Obon è una festività buddhista che commemora gli antenati defunti, il cui spirito torna momentaneamente in visita ai famigliari. Per guidare gli antenati i giapponesi appendono lanterne di carta (提灯 – chochin), fuori dalle abitazioni e nei templi. Perciò il festival è conosciuto anche con il nome di festival delle lanterne.
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La settimana dell’Obon, nonostante non sia considerata una festa nazionale, è un periodo di ferie per i giapponesi. In questi giorni si pulisce casa e si sistemano le tombe degli antenati, facendo offerte di cibo e riunendosi con la famiglia. Ne segue che questo non è il periodo ideale per chi voglia muoversi in treno e in auto; i più giovani cominciano a sentire un po’ meno la ricorrenza e a sfruttare la settimana per una piccola vacanza.
Cosa si fa durante l’Obon?
L’Obon prevede attività specifiche in attesa degli spiriti dei defunti, durante il momentaneo transito e infine per aiutarli a ritornare nel luogo di riposo.
Prima di tutto, ci si appresta a ricevere gli spiriti dei defunti in visita. Le abitazioni vengono pulite a fondo e decorate con fiori, lanterne e mukaebi (迎え火), fuochi ottenuti bruciando fili di paglia. Si fanno piccole offerte di riso, verdure, frutta e dolci, sia sugli altari domestici che al tempio. Dopodiché si portano le lanterne sulle tombe degli antenati, per aiutarli a ritrovare la strada di casa.
C’è anche una tradizione molto carina, quella di prendere dei cetrioli e delle melanzane e trasformarli in cavalli e mucche con degli stuzzicadenti che ne rappresentano le zampe. Il cavallo-cetriolo simboleggia i rapidi viaggi degli antenati verso casa dalle loro famiglie. La mucca-melanzana incarna il piacevole viaggio di ritorno degli antenati, che portano un carico di souvenir con sé.
Una delle attività più conosciute è la danza Bon Odori. Sebbene lo stile vari da regione a regione, questa danza è sempre accompagnata da musica con tamburi taiko; i partecipanti ballano formando un cerchio intorno al palco dove suonano i musicisti, mentre gli spettatori si uniscono pian piano.

La leggenda alla base dell’Obon
Secondo la leggenda alla base dell’Obon, Mokuren, discepolo di Buddha, ebbe una visione della madre defunta, sofferente nel regno degli spiriti affamati. Buddha gli consigliò di fare offerte di cibo per lo spirito della madre, in modo che potesse sfamarsi. Da qui viene l’usanza di offrire cibi agli spiriti degli antenati per aiutarli a sopportare la loro afflizione.
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Fuoco e fuochi d’artificio
Le lanterne ritornano in gioco alla fine dell’Obon, quando è ora di riaccompagnare gli spiriti nel loro luogo di riposo, lasciandole scivolare su un fiume o un lago. Questo è il rituale dello okuribon, particolarmente spettacolare a Kyoto durante il Daimonji (大文字). Si accendono fuochi di diversa forma in diverse parti della città, la più famosa rappresentante il carattere dai (大 – grande). I fuochi vengono accesi la sera a circa dieci minuti di distanza, per una durata totale di mezz’ora. Si crede che bere un bicchiere di sake o acqua in cui si riflettono i vari caratteri protegga dalle malattie.
Come in ogni festival estivo che si rispetti, in molte città si celebra anche con fuochi d’artificio. Questa è forse l’alternativa migliore per i turisti che vogliono comunque abbracciare questa tradizione del Giappone.