Oggi è giornata di festeggiamenti a Tokyo, l’anniversario in cui un proclama imperiale cambiò il nome della più grande metropoli del mondo da Edo a Tokyo.

Da Edo a Tokyo

Edo è spesso descritto come un tranquillo villaggio di pescatori prima del 1603, quando Tokugawa Ieyasu stabilì qui il suo governo, facendone la capitale de facto del Giappone. De facto perché la residenza dell’imperatore rimase a Kyoto e per il Giappone dove risiede l’imperatore quella è la vera capitale.

La storia è, ovviamente, molto più complicata di così. Edo non era poi così tranquillo e sperduto. Infatti, era già qualcosa più di un villaggio, ma non proprio una grande città. Nel 1457, Ota Dokan, il leggendario signore della guerra, attaccò e prese il controllo della fortezza che divenne il castello di Edo. Fu proprio lui a dare il via a quello che oggi chiameremmo processo di riqualificazione, fino alla fine del 1500 quando Toyotomi Hideyoshi assegnò a Tokugawa otto province nel Kanto.

Il 21 ottobre 1600 fu combattuta la battaglia di Sekigahara e Tokugawa trionfò, ottenendo una sorta di controllo su tutto il Giappone. Ci sono voluti altri tre anni prima che Tokugawa consolidasse la sua posizione, annientando l’ultima resistenza rimasta ed istituisse il centro del proprio potere a Edo.

Sotto lo shogunato Tokugawa, Edo crebbe fino a una popolazione di circa un milione, diventando una delle città più grandi del mondo, in lizza per il primo posto con Pechino e Londra nel 1700 e 1800.

Dopo la Restaurazione Meiji, l’imperatore trasferì la sua sede da Kyoto a Edo, ribattezzandola allo stesso tempo Tokyo. Fu Okubo Toshimichi, uno dei tre nobili chiave della Restaurazione Meiji, a proporre di rinominare la città.

Il 3 settembre 1868 fu emanato il Decreto Imperiale che rinominava Edo Tokyo.

torre di tokyo città baia vista

I nomi

Ci sono tre teorie prevalenti sull’origine del nome Edo. Alcuni dicono che derivi da eto, la parola Ainu per promontorio o piccola penisola, in riferimento alla forma originale dell’area a est di quello che oggi è il Palazzo Imperiale. Altri dicono che derivi dalla parola ido, che significa “bene”. Inoltre Edo (江戸) significa letteralmente estuario, è un riferimento alla posizione dell’insediamento originale all’incontro tra il fiume Sumida e la baia di Tokyo.

Tokyo (東京) significa invece capitale dell’est, in linea con la tradizione asiatica di includere la parola capitale (京) nel nome della capitale. Esempi sono Kyoto (京都), Keijō (京城), Pechino (北京), Nanchino (南京) e Xijing (西京 ).

Dopo il cambio di nome, la città veniva chiamata sia Tokyo che Tōkei. L’imperatore e l’aristocrazia usavano Tōkei, pronuncia molto più elegante. Alla fine però, la pronuncia più comunemente usata ha trionfato.

Una delle più antiche traslitterazioni in inglese, Tokio, è ancora utilizzata in diverse lingue, incluse tedesco e italiano. Non traslitteratemela così però, altrimenti non possiamo essere amici. Tokyo è Tokyo.

La polemica della capitale

C’è ancora qualche polemica su quale sia la vera capitale del Giappone, in quanto non è mai stata approvata alcuna legge che la sposti ufficialmente da Kyoto a Tokyo. Anche la scelta del nome potrebbe far pensare ad alcuni che fosse intesa come una capitale lontana dalla vera capitale, o perlomeno secondaria, alla stregua di Pechino e Nanchino. Scrive Isomura (1990) che il gruppo intorno a Tokugawa convinse l’imperatore a visitare Tokyo. L’imperatore tornò a Kyoto, ma si recò nuovamente a Tokyo per presenziare alla cerimonia del cambio di nome da Edo a Tokyo, e decise di risiedere a Tokyo da quel momento. Quando si ritorna sull’argomento capitale, alcuni insistono sul fatto che l’imperatore sia in realtà ‘ancora in visita’ a Tokyo.

Sempre Isomura racconta come la polemica si fosse riaccesa dopo la distruzione di Tokyo dopo il terremoto del 1923. Documenti imperiali però sancirono che Tokyo non aveva motivo di perdere lo status di capitale, tanto più in periodo di pace. Solo una ventina di anni dopo furono i bombardamenti a distruggere Tokyo e a scatenare di nuovo le teorie. Questa volta furono le forze di occupazione a opporsi al trasferimento della capitale da Tokyo a Kyoto. Infatti si accorsero ben presto della riverenza della gente nei confronti dell’imperatore e temevano che il trasferimento potesse rivelarsi uno svantaggio per la politica occupazionale.

Francamente, amo Tokyo con tutto il cuore e, se me ne fate un po’ un outlaw da canzone rock-punk, finirà che la amerò ancora di più. In ogni caso, buon anniversario, bellissima!